Quando la provincia di Bologna era capitale europea nella produzione di canapa

Ci sono prodotti la cui popolarità è legata a corsi e ricorsi storici. E’ il caso della canapa ad uso tessile. Essa negli ultimi anni grazie al boom dell’abbigliamento naturale è ritornata consistentemente alla ribalta e sono sempre di più le più persone che online come nei negozi tradizionali cercano abbigliamento biologico in canapa

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La provincia di Bologna (e la località di Crespellano per quanto riguarda la Valsamoggia) fino alla Seconda Guerra Mondiale era fortemente coinvolta nella produzione di canapa, e contribuiva a rendere l’Italia il principale produttore europeo di canapa, secondo solo all’Unione Sovietica (per ovvi motivi di estensione territoriale).

Nei primi decenni del ‘900 (fino agli anni ’30) precisamente in Italia erano coltivati quasi 100.000 ettari di canapa ed anche se (come detto) la Russia ne coltivava quantitativamente di più, la produzione canapiera italiana era decisamente di qualità superiore.

In Italia si è coltivata la canapa e se ne sono ricavati tessuti a partire dal 1300. Anche l’esportazione dei tessuti in canapa era fiorente, tanto è vero che si annovera tra i clienti della produzione canapiera italiana niente meno che la marina inglese.

Durante il 1800 la produzione della canapa fu fondamentale per uscire da una profonda crisi economica che durò dal 1881 al 1896 e che riguardava numerosi prodotti agricoli. Fu in quegli anni che il primato della
produzione della canapa in Emilia Romagna passò dalla provincia di Bologna a quella di Ferrara.

La coltivazione e lavorazione della canapa era così importante da trovar spazio in svariati dipinti ed opere letterarie.

Per farvi capire quanto fosse importante la coltura della canapa, vi basti pensare che tra i braccianti e contadini che disponevano di un telaio domestico, si contavano 3075 telai per la tessitura della canapa su un totale di 4218 telai.

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La demonizzazione degli effetti narcotici della canapa indiana, ha portato all’abbandono di tutte le specie di canapa anche quelle prive di principi attivi narcotici e per contro ampiamente utilizzate in numerose e fiorenti lavorazioni industriali. A questo si unì l’introduzione di nuove fibre sintetiche molto più in linea con le “esigenze del vivere moderno”.

Attualmente come detto l’abbigliamento in canapa sta vivendo un secondo e grande momento di notorietà grazie ad un’intensa operazione informativa a riguardo, che punti ad informare i consumatori sfatando molti falsi miti. Merito anche di una semplificazione della legge in materia che ne rende più facile la coltivazione.

La canapa per uso tessile è infatti un materiale estremamente resistente e le sue proprietà igros
opiche gli permettono di realizzare tessuti altamente traspiranti. Anche durante l’inverno la canapa si rivela un valido alleato al nostro comfort, in quanto risulta calda almeno quanto la lana. Inoltre la canapa è anche antimicrobica ed antimicotica (pensiamo ai calzini realizzati in questo materiale). L’abbigliamento in canapa inoltre piacerà molto a chi ha a cuore ad ecologisti ed animalisti, in quanto totalmente vegan e cruelty free.