Curiosità

Bazzano: La ripa del Rivellino Strada in salita, molto ripida che dalla piazza centrale porta al Castello e alla Chiesa. Un tempo era senza scalini e selciata con ciottoli di fiume, ora è stata resa più agevole da lavori di sistemazione.

Un tempo, quando era ricoperta di ghiaccio, i ragazzi si divertivano a scivolare, dall'altro verso la piazza seduti su assi di legno. La Giuditta La statua in bronzo detta "Giuditta" o "Bagnante", dello scultore Giuseppe Graziosi era destinata ad una piazza di La Paz, ma per problemi economici e internazionali, venne venduta al comune di Bazzano per 5.000 lire.

Venne eretta in mezzo alla piazza, ma, rappresentando una donna nuda (prende il nome Giuditta dalla modella che ha prestato "il fisico"), causò molte polemiche, e venne spostata fino al 1990 all'interno del comune. Oggi è visibile al centro della fontana ai piedi del Rivellino.

Castello di Serravalle: Nella foto, la Chiesa di Zappolino semicrollata prima della definitiva demolizione (Visita anche www.Zappolino.it)

Il terremoto del 1929 Come avvenne per la Battaglia della Secchia rapita, anche il terremoto del 1929 ha segnato per Zappolino una data funesta. Tra il 4 ottobre ed il 5 novembre di quell'anno ebbero luogo diverse scosse, tra il sesto e l'ottavo grado della scala Richter, che provocarono il crollo del campanile della Chiesa e anche alla stessa costruzione principale i danni furono incalcolabili. Anche nel resto del Comune avvennero parecchi crolli, soprattutto alle costruzioni storiche, come castelli e chiese. Non ci furono grandissimi danni per la popolazione, ma gli anziani ricordano ancora oggi che le case erano talmente lesionate da poterci guardare dentro passando per strada!

Venne eretta in mezzo alla piazza, ma, rappresentando una donna nuda (prende il nome Giuditta dalla modella che ha prestato "il fisico"), causò molte polemiche, e venne spostata fino al 1990 all'interno del comune. Oggi è visibile al centro della fontana ai piedi del Rivellino.

Crespellano: C'è una leggenda che si perde nella notte dei tempi e che ogni tanto ritorna in auge: Crespellano è stata fondata dagli zingari?

Va detto innanzitutto che non è suffragata da nessun documento storico, però come ogni leggenda un fondo di verità sicuramente lo nasconde. Molto probabilmente Crespellano venne fondata dai Villanoviani, gente che visse tra il 1000 e il 500 a.c., dedita soprattutto all'agricoltura e all'allevamento.

La caratteristica che però offre un vanto ai crespellanesi è:
essere nipoti del popolo che per primo è stato capace di trasformare l'uva in vino. CIN CIN!

Una simpatica curiosità riguardante il luogo "Muffa" più o meno a metà strada tra il paese di Crespellano, di cui è una frazione e quello di Bazzano.
Il nome così particolare di questa frazione deriva dal fatto che proprio qui esisteva un'osteria la cui padrona era famosa per essere particolarmente pallida, "muffa" in dialetto bolognese. Per questo si è cominciato a indicare il luogo come "osteria della Muffa" e in séguito tutta la frazione è divenuta nota come Muffa.

Monteveglio: Dal 2008 Monteveglio è il primo comune italiano ad essere riconosciuto come Città di Transizione. Le iniziative collegate al processo di Transizione sono elencate nel blog Monteveglio in Transizione.

Le città di transizione (Transition Towns in inglese) rappresentano un movimento fondato in Irlanda a Kinsale e in Inghilterra a Totnes dall'ambientalista Rob Hopkins negli anni 2005 e 2006. L'obiettivo del progetto è di preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal sommarsi del riscaldamento globale e del picco del petrolio. Il movimento è attualmente in rapida crescita e conta centinaia di comunità affiliate in diversi paesi.

Dal 2009 Monteveglio fa parte dell'Unione di Comuni Valle del Samoggia, essendo venuta a cessare la precedente Comunità Montana Valle del Samoggia.

Il 25 novembre 2012, nel comune di Monteveglio si è tenuto il referendum consultivo sulla fusione con i limitrofi comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano e Savigno per dare vita ad un comune unico: i cittadini dei cinque comuni si sono espressi in favore della fusione con una maggioranza del 51,5%. Nell'occasione si è anche votato sul nome da dare al futuro comune unico, il nome scelto a maggioranza è stato Valsamoggia.

Savigno: Un territorio "semideserto" quello di Savigno. Con oltre 54 kmq, Savigno è uno dei comuni della provincia di Bologna con il territorio più vasto, ma ha solo 2.700 abitanti, e fino agli anni 2000 non contava nemmeno duemila abitanti. Durante gli anni '50 e '60 le persone hanno abbandonato le campagne per raggiungere le lontane città dove avevano trovato il lavoro, così da poter essere vicini allo stesso. Negli ultimi anni, grazie anche al costo minore delle case nei paesi collinari quali Savigno, c'è stato un ritorno, anche grazie al minor tempo di percorrenza della distanza che divide Savigno da Bologna e Modena, raggiungibili rispettivamente in 30 e 40 minuti.

E poi, ci vuole meno a fare Bologna-Savigno che a parcheggiare in città, quindi.. venite a respirare aria buona!